Da percorsi vita a palestre guidate nei parchi

Salto di qualità se validati da tecnici abilitati.

I percorsi ginnici sono potenzialmente un grosso valore aggiunto nei parchi, purtroppo sono le uniche attrezzature ad uso pubblico, sprovviste di normativa per garantire efficacia nelle attività fisiche che propongono. Attualmente nei progetti di valorizzazione degli spazi verdi vengono inseriti percorsi senza prevedere competenze motorie di chi li ha progettati, riguardo le  ergonomie, le comunicazioni didattiche dei cartelli ed alle utenze a cui si rivolgono. Il mercato offre percorsi vita (denominati anche fitness, salute, training, ecc) nel 90% identici, si ripetono ispirati alle bellissime intuizioni di un Architetto svizzero allenatore di calcio datate 1967. 

Nonostante la chinesiologia abbia fatto passi da gigante, ancora oggi i percorsi ginnici contengono le stesse attività di 50 anni fa, alcune ritenute controindicate e spesso sono poco comunicativi nei cartelli. Se l’utenza nell’uso di questi percorsi non comprende chiaramente le attività consigliate dai cartelli, se si fa male, se non trova le ergonomie giuste, se incontra carichi esagerati o al di sotto della soglia stimolante, rinuncia ad usare i percorsi.
La mia tesi è che, anche per i percorsi ginnici guidati negli spazi verdi, sarebbero necessarie alcune prescrizioni igienico sanitarie, così come previsto in tutti i regolamenti di igiene regionale, per il rilascio delle agibilità e licenze delle palestre.
Propongo alcuni indicatori/requisiti di qualità che garantirebbero fondatezza chinesiologica ai percorsi ginnici dichiarando nelle prescrizioni: Il Progettista o validatore del percorso ginnico, in possesso di titolo di insegnante di educazione fisica abilitato, che certifichi la valenza allenante, le qualità comunicative dei cartelli, la polivalenza d’uso, le idoneità sanitarie minime necessarie all’utenza per la pratica del percorso, l’aggiornamento delle attività alla chinesiologica vigente, l’assenza di controindicazioni.
Auspico percorsi ginnici che rispondano ai bisogni di motricità primaria dell’utenza a cui si rivolgono e che promuovano la pratica sportiva e lo stile ecologico.

Un percorso ginnico, in uno spazio verde, in quanto attività stabile ed organizzata didatticamente da cartelli ed attrezzi, è facilmente assimilabile ad una normale palestra, l’insegnante è sostituito dai cartelli che dovrebbero prevedere stimolazioni  adeguate ai  bisogni di motricità  dell’utenza. 

Per tale similitudine il cartello e gli attrezzi dovrebbero essere progettati, o quantomeno validati, da un insegnante di educazione fisica in possesso di laurea in scienze motorie  e da specifica esperienza tecnico-pratica.

La mia tesi è che, anche per i percorsi ginnici guidati negli spazi verdi, sarebbero necessarie alcune prescrizioni igienico sanitarie, così come previsto in tutti i regolamenti  di igiene regionale, per il rilascio delle agibilità e licenze delle palestre.

In vista delle prospettive che andrete ad adottare  per il futuro, proporrei alcuni indicatori di qualità che rendano i percorsi un vero valore aggiunto negli spazi verdi, in maniera da agevolarne  l’uso, gratificare l’utenza e le Amministrazioni che lo hanno commissionato.

      Propongo alcuni indicatori/requisiti di qualità che garantirebbero fondatezza chinesiologica ai percorsi ginnici dichiarando nelle prescrizioni:

  • Il Progettista o  validatore del  percorso ginnico, in possesso di titolo di insegnante di educazione fisica abilitato, che certifichi la valenza allenante, le qualità comunicative dei cartelli, la polivalenza d’uso, le idoneità sanitarie minime necessarie all’utenza per la pratica del percorso, l ‘aggiornamento delle attività  alla chinesiologica vigente, l’assenza di  controindicazioni;
  • Accreditamenti delle attività da parte di enti o istituzioni che abbiano una forte pertinenza e competenza  con  le attività previste nel percorso ginnico.

Prof. Vito Ria

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